Recensione Angeli e Farfalle di Antonina D’Angelo

Quello di Antonina D’Angelo è un libro che regala emozioni. Quando mi hanno chiesto di occuparmi di questa recensione mi sono accostata a questo testo con curiosità. Leggendolo si coglie da subito un’atmosfera calda, introspettiva, di recupero delle proprie origini, di attenzione alle relazioni umane. Tutte. Stessa atmosfera della Saman storica. L’autrice lega con garbo la sua storia personale, le storie delle persone a lei care, le storie dei pazienti seguiti nel contesto della comunità Saman, le storie degli anziani di cui si è occupata.
Sono varie le riflessioni che si sono affollate nella mia mente leggendo.
Leggo nella copertina che la D’Angelo ha una formazione in Gestalt e Analisi Transazionale. Si sente, penso, in quello che scrive. Si sentono le emozioni e si sente il fuoco messo sulle relazioni. La possibilità di far dialogare nel proprio lavoro terapeutico e nella propria vita approcci diversi si dimostra di nuovo una grande ricchezza. La capacità di cogliere aspetti diversi con la medesima, importante attenzione.
E’ la storia di una psicoterapeuta. La storia di una donna. Anch’io sono una psicoterapeuta e una donna. Il libro in alcuni tratti mi ha commosso, emozionato. Angeli e Farfalle descrive bene la capacità di una terapeuta di essere così coraggiosa da mettersi veramente in gioco nella relazioni. In quelle della sua vita privata. In quelle con i pazienti. Questa rara capacità permette di lavorare e vivere con quel qualcosa in più. Con una maggiore complessità. Permette un arricchimento emotivo che filtra dalle storie delle persone che incontriamo e va ad ampliare una rilettura della nostra storia. Permette di capire e capirci di più. Permette di non assumere atteggiamenti di superiorità come difesa alla possibilità di una messa in discussione o di una fusione con l’altro. Permette di lavorare insieme al paziente per il raggiungimento di uno scopo comune. Non di lavorare sul soggetto! Permette un atteggiamento rispettoso delle emozioni, pensieri, comportamenti scelte dell’altro come delle proprie. Permette di perdonarsi e perdonare se si sbaglia. Permette di darsi permessi. Permette di fare e ricevere carezze, come si dice in Analisi Transazionale.
Le storie dei pazienti, tossicodipendenti e anziani, raccontano l’incontro con il dolore, la solitudine ma anche quello con l’essere speciale di ognuno. Se si è lavorato con loro scambiando e condividendo emozioni, ha ragione la D’Angelo, le storie rimangono dentro. Magari fingendo di dimenticarle per anni, per poi, al momento giusto, ricordare. Ricordare ed utilizzare ciò che da quello storie e soprattutto nella storia del rapporto con quella particolare persona, abbiamo imparato ed abbiamo tenuto per noi. Ricostruire con quelle la nostra storia. Ci vuole coraggio a mettersi in gioco nella relazione con un paziente. Forse tanto coraggio lo prendiamo noi dalle persone che cerchiamo di aiutare. Ci regalano coraggio quando fiduciosi si aprono a noi e costruiscono relazioni diverse, più autentiche. Ogni volta questo miracolo rischia di andare a nutrire il nostro ego nell’idea megalomanica del salvatore dell’umanità, piuttosto che essere utilizzato per prenderci cura di noi. Ci vuole coraggio a rimanere con i piedi ben piantati per terra. Angeli e Farfalle esprime molto bene tutto questo. La complessità e la ricchezza che le persone che incontriamo lasciano dentro ognuno di noi. Le emozioni che ci regalano. Anche la D’Angelo scrivendo regala piccole emozioni. Grazie.

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