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Negli ultimi anni l’interesse per il possibile legame tra ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) e celiachia è stato oggetto di crescente attenzione in ricerca medica. L’associazione tra disturbi neuropsichiatrici e patologie autoimmuni del tratto gastrointestinale, come la celiachia, viene esplorata attraverso studi epidemiologici, biomedici e genetici. I primi dati osservazionali hanno evidenziato una maggiore prevalenza di ADHD in soggetti affetti da celiachia rispetto alla popolazione generale, soprattutto in età pediatrica e adolescenziale.
Le review più recenti evidenziano un panorama complesso e sfaccettato. Una revisione sistematica del 2022 condotta su 23 studi, per esempio, ha riscontrato una correlazione statisticamente significativa tra ADHD e diagnosi di celiachia, e ha suggerito come i sintomi neuropsichiatrici possano costituire manifestazioni extra-intestinali anche in assenza di sintomi gastrointestinali tipici. Una meta-analisi pubblicata su “Pediatric Research” nel 2022 ha rilevato che la probabilità di ADHD nei pazienti con celiachia aumenta rispetto ai controlli sani, con un odds ratio (OR) di 1,39. Tuttavia, alcuni lavori di genetica molecolare recentissimi (ad esempio, uno studio Mendelian randomization su dati GWAS del 2024) non hanno trovato una relazione causale diretta confermata a livello di polimorfismi genetici tra le due condizioni. Questo indica che il collegamento osservato potrebbe essere conseguenza di fattori ambientali, infiammatori o immunitari non direttamente genetici.
Numerosi studi di coorte e case-control a livello internazionale, anche su larga scala, hanno confermato che i bambini e gli adolescenti con celiachia presentano una percentuale più elevata di diagnosi ADHD rispetto alla popolazione pediatrica generale. In uno studio svedese, dopo aggiustamento per fattori demografici e clinici, il rischio relativo di ADHD in presenza di celiachia era di 1,2 (IC 95%: 1,0–1,4). Una coorte prospettica ha rilevato che una diagnosi di celiachia in età infantile comporta un rischio aumentato di sviluppare ADHD negli anni successivi. Tuttavia, altri studi hanno evidenziato risultati meno netti: alcune indagini non riscontrano una significativa differenza di prevalenza di celiachia tra bambini con ADHD e coetanei sani.
Le complicanze neurologiche della celiachia sono ben documentate nella letteratura specialistica, sia in età pediatrica che adulta. Circa il 36% degli adulti celiaci presenta sintomi neurologici all’esordio, inclusi atassia cerebellare (“gluten ataxia”), neuropatie periferiche e deficit cognitivi come episodi di “brain fog”. Questi sintomi tendono a migliorare sensibilmente dopo l’inizio di una dieta rigorosamente gluten-free, evidenziando la componente reversibile dell’infiammazione glutine-mediata a livello cerebrale. Studi di neurofisiologia confermano un quadro tipico di “hyperexcitable celiac brain” che tende a regredire con il trattamento dietetico.
I meccanismi patogenetici alla base dei sintomi neuropsichiatrici nei celiaci non si esauriscono nell’autoimmunità classica. Ricerche di laboratorio mostrano il coinvolgimento dell’asse intestino-cervello, della disbiosi, della carenza di micronutrienti come ferro e vitamine del gruppo B, e della produzione di citochine infiammatorie che influenzano la neurotrasmissione. La cross-reattività anticorpale e la deposizione di immunocomplessi possono avere effetto diretto sulle aree cerebrali implicate nell’attenzione e nella regolazione del comportamento: questo spiega la variabilità e l’entità dei sintomi ADHD riportati nei soggetti celiaci.
Un ampio corpus di studi osservazionali e una revisione della letteratura su “Frontiers in Neuroscience” dimostrano che la dieta priva di glutine produce benefici tangibili su concentrazione, memoria e performance cognitiva nei pazienti con diagnosi di celiachia e disturbi neuropsichiatrici. L’effetto positivo riguarda soprattutto bambini e adolescenti, sia per la remissione dei sintomi gastrointestinali che per la significativa riduzione di distress psichico o comportamentale.
Le linee guida cliniche più recenti indicano la necessità di valutare la celiachia come possibile diagnosi differenziale nei bambini e adolescenti con ADHD resistente ai trattamenti tipici o con sintomi cognitivi atipici. Un approccio multidisciplinare, con coinvolgimento di pediatra, neuropsichiatra infantile, gastroenterologo e nutrizionista, è ritenuto indispensabile tanto nella fase diagnostica quanto nella gestione a lungo termine.
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