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Disturbo Dissociativo dell’Identità (DDI): Navigare le Realtà Frammentate e il Cammino verso la Coesione

Disturbo Dissociativo dell’Identità (DDI): Navigare le Realtà Frammentate e il Cammino verso la Coesione

Il Disturbo Dissociativo dell’Identità (DDI), spesso erroneamente etichettato come “personalità multipla” o distorto dai media, è una condizione neurologica e psicologica di incredibile complessità e resilienza. Lungi dall’essere una finzione o una scelta, il DDI è una profonda strategia di sopravvivenza messa in atto dalla mente in risposta a traumi estremi e ripetuti, tipicamente subiti in età evolutiva. Questo articolo si immerge più a fondo nel mondo del DDI, esplorando le dinamiche interne delle identità alternate (alter), sfatando miti comuni e delineando il complesso percorso di diagnosi e trattamento, con particolare attenzione alla possibilità di integrazione e guarigione.


Le Voci Dentro: Comprendere le Identità Alternate (Alter) del DDI

Una delle caratteristiche più distintive del DDI è la presenza di due o più stati di personalità distinti, o alter, che assumono il controllo del comportamento dell’individuo. Ma cosa significa esattamente?

Non è “Moltiplicazione”, ma “Frammentazione”

È cruciale capire che il DDI non implica la formazione di nuove personalità, ma piuttosto una mancata integrazione del senso di sé durante lo sviluppo. Immagina un puzzle che non viene mai completato: i pezzi esistono, ma non formano un’unica immagine coerente. Questi “pezzi” diventano gli alter, ciascuno con funzioni, ricordi, caratteristiche, e persino modi di parlare e atteggiamenti fisici propri.

Come si manifestano gli alter nella vita quotidiana? Le persone con DDI spesso descrivono:

  • Perdita di tempo (time loss): Svegliarsi in un luogo sconosciuto senza ricordare come ci si sia arrivati, o scoprire di aver svolto attività di cui non si ha memoria. Ad esempio, “Ho trovato la dispensa piena di cibi che non ricordo di aver comprato” o “Mi hanno detto che ho litigato con qualcuno, ma non ho alcun ricordo dell’accaduto”.
  • Voci interne: Sentire conversazioni, discussioni o commenti provenienti da dentro la propria mente, spesso distinti dal proprio pensiero. A volte queste voci possono sembrare ordini.
  • Oggetti strani o non familiari: Trovare disegni, appunti, vestiti o altri oggetti che non si riconoscono come propri o che non si ricordano di aver comprato. “Ho aperto l’armadio e c’era un vestito che non era il mio stile e non sapevo come fosse finito lì.”
  • Riconoscimento da parte di altri: Amici o familiari che affermano di aver interagito con la persona in modi che non si ricordano, o che li hanno chiamati con un nome diverso. “Il mio amico mi ha detto ‘eri così diverso ieri, quasi non ti riconoscevo'”.
  • Amnesia dissociativa: Lacune di memoria significative non attribuibili a normale dimenticanza, spesso riguardanti eventi traumatici specifici, ma anche periodi di tempo della vita quotidiana.

Questi alter possono avere ruoli specifici: un alter bambino che custodisce il trauma emotivo, un alter protettore che gestisce situazioni pericolose, o un alter adolescente che cerca di vivere una vita “normale”. L’obiettivo della terapia non è eliminare gli alter, ma aiutarli a comunicare e cooperare, fino a un’eventuale integrazione funzionale o coesistenza armoniosa.


DDI: Sfide e Miti da Sfatare Online

La rappresentazione del DDI sui media e la quantità di informazioni errate online contribuiscono a uno stigma significativo. Molte persone cercano risposte a domande come “il DDI è reale?”, “il DDI è pericoloso?”, o “DDI vs schizofrenia”. Proviamo a rispondere brevemente a questi quesiti.

“Il DDI è Reale?” — Assolutamente Sì.

Nonostante il sensazionalismo, il DDI è un disturbo riconosciuto dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5). Le ricerche neuroscientifiche stanno sempre più dimostrando alterazioni cerebrali coerenti con esperienze dissociative gravi e l’impatto del trauma complesso sul cervello in via di sviluppo. La negazione della sua esistenza è dannosa per chi ne soffre, impedendo l’accesso al supporto psicologico di cui ha disperatamente bisogno.

“Le Persone con DDI Sono Pericolose?” — Un Mito Falso.

Questa è una delle peggiori stigmatizzazioni. Le persone con DDI non sono più inclini alla violenza rispetto alla popolazione generale. Anzi, sono molto più spesso vittime di abusi e traumi che perpetratori. Qualsiasi atto di violenza commesso da una persona con DDI è quasi sempre diretto verso sé stessi (autolesionismo o pensieri suicidari), come tentativo disperato di gestire il dolore interno.

DDI vs Schizofrenia e Altri Disturbi

Un’altra ricerca comune online riguarda le differenze tra DDI e schizofrenia. La schizofrenia è un disturbo psicotico caratterizzato da allucinazioni (spesso uditive), deliri e un pensiero disorganizzato, senza la presenza di alter distinte. Nel DDI, le “voci” sono percepite come interne, provenienti da altre parti del sé, e non sono allucinazioni nel senso psicotico. La confusione è spesso dovuta a una mancanza di conoscenza sui sintomi dissociativi. Altri disturbi spesso confusi con il DDI includono il Disturbo Borderline di Personalità (DBP) a causa degli intensi sbalzi d’umore e delle difficoltà relazionali, o il Disturbo Post-Traumatico da Stress Complesso (C-PTSD), che però non include la frammentazione dell’identità.


La Via della Guarigione: Diagnosi e Trattamento Specializzato

La diagnosi di DDI è un processo delicato e richiede un professionista esperto in trauma e dissociazione. Poiché i sintomi possono essere mascherati o confusi, la ricerca di un terapeuta specializzato DDI è fondamentale.

Strumenti di Diagnosi

Oltre a un’anamnesi approfondita, i clinici utilizzano scale specifiche come la Scala di Esperienze Dissociative (DES) e interviste strutturate come la SCID-D (Structured Clinical Interview for Dissociative Disorders) per valutare la presenza e la gravità dei sintomi dissociativi.

Il Trattamento: Un Percorso a Fasi (ISSTD Guidelines)

Il trattamento per il DDI si basa sulla psicoterapia a lungo termine, spesso guidata dalle linee guida della International Society for the Study of Trauma and Dissociation (ISSTD). Si articola in tre fasi principali:

  1. Fase 1: Stabilizzazione, Sicurezza e Regolazione Emotiva: Questa fase è cruciale. L’obiettivo è aiutare la persona a sviluppare strumenti per gestire i sintomi acuti (es. autolesionismo, ideazione suicidaria), creare un ambiente di vita stabile e sicuro, e imparare tecniche di regolazione emotiva. Si lavora sulla costruzione della fiducia con il terapeuta e sulla consapevolezza delle diverse parti. Un esempio pratico potrebbe essere un cliente che impara a usare tecniche di grounding (come concentrarsi sui cinque sensi) per non “switchare” in momenti di forte stress o flashback, o a comunicare internamente con un alter spaventato per rassicurarlo.
  2. Fase 2: Elaborazione del Trauma: Solo dopo una solida stabilizzazione si inizia a lavorare sui ricordi traumatici. Questo avviene in modo graduale e controllato, per evitare la ri-traumatizzazione. Tecniche come l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), la DBT (Dialectical Behavior Therapy) o la Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT) possono essere adattate per affrontare il trauma in un contesto dissociativo. Qui il terapeuta potrebbe guidare un alter specifico a rielaborare un ricordo doloroso, mentre altre parti “protettrici” rimangono in ascolto per garantire la sicurezza del sistema.
  3. Fase 3: Integrazione e Riabilitazione: L’ultima fase si concentra sull’integrazione delle identità e sulla costruzione di una vita significativa. L’integrazione può significare che le diverse parti si fondono in un unico senso di sé o che imparano a coesistere e cooperare in modo armonioso, riducendo l’amnesia e le interruzioni nella vita quotidiana. Un esempio potrebbe essere un alter bambino che finalmente si sente al sicuro e può esprimere i suoi bisogni a una parte adulta del sistema, o un alter protettore che impara a fidarsi del mondo esterno e non ha più bisogno di prendere il controllo in ogni situazione di stress.

Il percorso di guarigione dal DDI è unico per ogni individuo e richiede un impegno a lungo termine, ma offre la possibilità di una vita più coesa, autonoma e appagante.


Vivere con il DDI: Resilienza, Sostegno e Speranza

Il DDI è una testimonianza della straordinaria capacità della mente umana di trovare un modo per sopravvivere a circostanze insopportabili. Con il supporto terapeutico adeguato e una rete di sostegno solida, le persone con DDI non solo possono gestire i loro sintomi, ma anche prosperare.

È fondamentale che la società si impegni a ridurre lo stigma e a promuovere la comprensione. L’educazione pubblica, l’accessibilità a servizi di salute mentale specializzati e la formazione dei professionisti sono passi cruciali. Riconoscere la validità delle esperienze di chi vive con il DDI e offrire un ambiente compassionevole sono atti di giustizia sociale che aprono la strada a una vera guarigione dal trauma e a una vita piena di significato.

 

Per approfondire

Disturbo Dissociativo dell’Identità (DDI): Comprendere le Molteplici Voci di un Io Frammentato

EMDR: come guarire dalle esperienze traumatiche

 

Per i professionisti

Corso di Traumatologia FAD


Scopri di più da Silvia Garozzo Psicologa e Psicoterapeuta

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