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Il Disturbo Dissociativo dell’Identità (DDI), spesso erroneamente etichettato come “personalità multipla” o distorto dai media, è una condizione neurologica e psicologica di incredibile complessità e resilienza. Lungi dall’essere una finzione o una scelta, il DDI è una profonda strategia di sopravvivenza messa in atto dalla mente in risposta a traumi estremi e ripetuti, tipicamente subiti in età evolutiva. Questo articolo si immerge più a fondo nel mondo del DDI, esplorando le dinamiche interne delle identità alternate (alter), sfatando miti comuni e delineando il complesso percorso di diagnosi e trattamento, con particolare attenzione alla possibilità di integrazione e guarigione.
Una delle caratteristiche più distintive del DDI è la presenza di due o più stati di personalità distinti, o alter, che assumono il controllo del comportamento dell’individuo. Ma cosa significa esattamente?
È cruciale capire che il DDI non implica la formazione di nuove personalità, ma piuttosto una mancata integrazione del senso di sé durante lo sviluppo. Immagina un puzzle che non viene mai completato: i pezzi esistono, ma non formano un’unica immagine coerente. Questi “pezzi” diventano gli alter, ciascuno con funzioni, ricordi, caratteristiche, e persino modi di parlare e atteggiamenti fisici propri.
Come si manifestano gli alter nella vita quotidiana? Le persone con DDI spesso descrivono:
Questi alter possono avere ruoli specifici: un alter bambino che custodisce il trauma emotivo, un alter protettore che gestisce situazioni pericolose, o un alter adolescente che cerca di vivere una vita “normale”. L’obiettivo della terapia non è eliminare gli alter, ma aiutarli a comunicare e cooperare, fino a un’eventuale integrazione funzionale o coesistenza armoniosa.
La rappresentazione del DDI sui media e la quantità di informazioni errate online contribuiscono a uno stigma significativo. Molte persone cercano risposte a domande come “il DDI è reale?”, “il DDI è pericoloso?”, o “DDI vs schizofrenia”. Proviamo a rispondere brevemente a questi quesiti.
Nonostante il sensazionalismo, il DDI è un disturbo riconosciuto dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5). Le ricerche neuroscientifiche stanno sempre più dimostrando alterazioni cerebrali coerenti con esperienze dissociative gravi e l’impatto del trauma complesso sul cervello in via di sviluppo. La negazione della sua esistenza è dannosa per chi ne soffre, impedendo l’accesso al supporto psicologico di cui ha disperatamente bisogno.
Questa è una delle peggiori stigmatizzazioni. Le persone con DDI non sono più inclini alla violenza rispetto alla popolazione generale. Anzi, sono molto più spesso vittime di abusi e traumi che perpetratori. Qualsiasi atto di violenza commesso da una persona con DDI è quasi sempre diretto verso sé stessi (autolesionismo o pensieri suicidari), come tentativo disperato di gestire il dolore interno.
Un’altra ricerca comune online riguarda le differenze tra DDI e schizofrenia. La schizofrenia è un disturbo psicotico caratterizzato da allucinazioni (spesso uditive), deliri e un pensiero disorganizzato, senza la presenza di alter distinte. Nel DDI, le “voci” sono percepite come interne, provenienti da altre parti del sé, e non sono allucinazioni nel senso psicotico. La confusione è spesso dovuta a una mancanza di conoscenza sui sintomi dissociativi. Altri disturbi spesso confusi con il DDI includono il Disturbo Borderline di Personalità (DBP) a causa degli intensi sbalzi d’umore e delle difficoltà relazionali, o il Disturbo Post-Traumatico da Stress Complesso (C-PTSD), che però non include la frammentazione dell’identità.
La diagnosi di DDI è un processo delicato e richiede un professionista esperto in trauma e dissociazione. Poiché i sintomi possono essere mascherati o confusi, la ricerca di un terapeuta specializzato DDI è fondamentale.
Oltre a un’anamnesi approfondita, i clinici utilizzano scale specifiche come la Scala di Esperienze Dissociative (DES) e interviste strutturate come la SCID-D (Structured Clinical Interview for Dissociative Disorders) per valutare la presenza e la gravità dei sintomi dissociativi.
Il trattamento per il DDI si basa sulla psicoterapia a lungo termine, spesso guidata dalle linee guida della International Society for the Study of Trauma and Dissociation (ISSTD). Si articola in tre fasi principali:
Il percorso di guarigione dal DDI è unico per ogni individuo e richiede un impegno a lungo termine, ma offre la possibilità di una vita più coesa, autonoma e appagante.
Il DDI è una testimonianza della straordinaria capacità della mente umana di trovare un modo per sopravvivere a circostanze insopportabili. Con il supporto terapeutico adeguato e una rete di sostegno solida, le persone con DDI non solo possono gestire i loro sintomi, ma anche prosperare.
È fondamentale che la società si impegni a ridurre lo stigma e a promuovere la comprensione. L’educazione pubblica, l’accessibilità a servizi di salute mentale specializzati e la formazione dei professionisti sono passi cruciali. Riconoscere la validità delle esperienze di chi vive con il DDI e offrire un ambiente compassionevole sono atti di giustizia sociale che aprono la strada a una vera guarigione dal trauma e a una vita piena di significato.
Per approfondire
Disturbo Dissociativo dell’Identità (DDI): Comprendere le Molteplici Voci di un Io Frammentato
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