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Immagina un calderone, lo chiameremo “Il Calderone della Dopamina”, al suo interno butti tutta una serie di ingredienti che esso ti chiede: li
butti dentro al bisogno in base a cosa gli serve. Ogni volta che inserisci l’ingrediente corretto, il Calderone è contento e ribolle tutto (blub blub).
Arriva però un momento in cui, non solo il Calderone non ti chiede nessun ingrediente che conosci ma anche se provi a sceglierne uno tu tra
quelli a tua disposizione e a lanciarlo dentro (plop?), il Calderone non reagisce più nello stesso modo che ti aspetteresti, il liquido al suo interno
non bolle più, è fermo immobile, come se il fuoco fosse stato spento. Ora, invece degli ingredienti soliti, te ne chiede un nuovo, uno che tu non
sai neanche se esista o meno. Provi a cercare per ore (a volte giorni o mesi) ma invano, un ingrediente come quello che stai cercando non
esiste. Esiste però qualcosa di molto simile e quindi, ingenuamente, pensi di provare e vedere, il tuo pensiero è sulla riga di “Dai magari va
bene uguale, alla fina cambia di così poco da quello che mi è stato chiesto, chi vuoi che se ne accorga”. Ma, indipendentemente dalla sua
somiglianza, nel momento in cui provi a buttare nel calderone il nuovo ingrediente, esso viene bloccato dal “Coperchio dell’Autismo” e il
dialogo interiore è, più o meno, quanto segue:
– Au: “No! Questa cosa è nuova, non la vogliamo qui dentro!”
– Tu: “Ma sei tu che mi hai chiesto un ingrediente nuovo da buttare nel calderone della dopamina, perchè adesso non ti va più bene?!”
– Au: “Perché io ti avevo chiesto una cosa nuova uguale ad una vecchia”
– Tu: “Ma non esiste una cosa del genere, se è nuova è nuova e se è vecchia e vecchia”
– Au: “Non mi interessa! Voglio una cosa nuova che sia uguale ad una vecchia e non accetto obiezioni”
Rassegnato, posi il nuovo ingrediente (così faticosamente cercato) nella “Credenza del Magari Dopo”, ti frustri e cerchi di non pensare al fatto
che, quell ingrediente poteva essere la svolta che stavi effettivamente cercando, ma sei conscio del fatto che una volta dato il suo verdetto, il
Coperchio difficilmente cambia idea.
Ecco questo è il modo con cui, il mio cervello AuADHD elabora le attività (soprattutto di svago) che voglio fare, un continuo cercare nuovi stimoli
dopaminergici che però devono essere già conosciuti.
M.D.N.
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